La Repubblica marinara di Genova
Genova si assicurò l’egemonia navale in tutto il Mediterraneo diventando Repubblica marinara, in conflitto con Pisa e Venezia e, dal XII secolo, si espanse anche nell’entroterra sia per eliminare concorrenti marittimi sia per approvvigionarsi della legna delle foreste appenniniche per i suoi cantieri navali oltre che il controllo sui valichi del nord.
Nonostante l’importanza e l’immensità dell’impero genovese, dal XII al XV secolo, all’interno la vita politica cittadina fu sempre teatro di scontri tra famiglie ricche e potenti, fattore che portò alla nomina di varie figure di potere e controllo super partes: dapprima, vi fu il podestà (1191), poi il capitano del popolo (1257) e nel XIV secolo, il doge.
Tuttavia, a niente valsero i tentativi di escludere dal potere le famiglie nobili e questo portò progressivamente al declino della città, così come avveniva in Oriente, dove i Turchi Ottomani indebolivano le sue conquiste coloniali e navali.